Chiese

Chiesa della Madonna della Speranza

Edificio esistente fin dalla prima metà del1400; all’epoca era denominata Chiesa di Santa Maria della Misericordia e San Giuseppe ed era sotto la giurisdizione dei monaci farfensi. Fu luogo di sepoltura per i canonici di San Nicol è dal 1695 e nel 1760 gli stessi la dotarono di un custode e un deputato-canonico per raccogliere le elemosine e promuoverne il culto, come loro chiesa filiale. Nel tempo fu sempre meno utilizzata ma nel 1796 il suddiacono don Giovanni Sari di Monteprandone domandò ed ottenne dal Capitolo di riedificarla a sue spese, attribuendole il suo attuale nome. L’immagine su tela della Madonna con Bambino, racchiusa in una preziosa teca dorata contornata da angeli e posta nel presbiterio sopra l’altare, è stata dipinta dallo stesso Sari. Il suddiacono monteprandonese fu sepolto nella chiesetta. La festa di Santa Maria della Misericordia o della Speranza si celebrava nella seconda domenica di ottobre, con indulgenze plenarie per sette giorni.

Chiesa di San Leonardo

E' una delle costruzioni più antiche di Monteprandone, un’ex chiesa benedettina farfense costruita tra l’XI ed il XII sec. che, fino all’editto di Napoleone, ha svolto anche la funzione di cimitero "intra muros". L’interno recentemente restaurato presenta un soffitto con volte a crociera e l’altare è posto in una tribuna ad arco a sesto acuto, sostenuto da due esili colonne ottagonali con capitelli a fogliame. L’esterno conserva l’originaria ed elegante struttura gotica: due grifoni in travertino sorreggono l’architrave della porta d’ingresso.

Chiesa Collegiata di San Nicolò di Bari

La Chiesa Collegiata di San Nicolò di Bari è una chiesa preesistente fin dai primi secoli d’insediamento nel borgo. Ricostruita completamente all’inizio del XIX secolo su progetto dell’architetto Maggi, il suo interno si presenta in stile neoclassico a navata unica. Sopra l’altare maggiore svetta la pala raffigurante la Madonna con Bambino che porge il pallio a San Nicolò. Tra i sei altari laterali, da segnalare quello della Madonna dell’Addolorata - la cui statua viene utilizzata durante la storica Processione del Cristo Morto, quello dedicato alla Madonna di Pompei e quello di San Cirino, Santo compatrono di Monteprandone protettore degli agricoltori.

Processione del Cristo Morto

Uno degli eventi pi  importanti che caratterizzano Monteprandone è la processione del venerdì Santo che si snoda per le vie del paese fin dal 1859. In quel tempo, la Confraternita della Piet  e della buona Morte, eretta nel 1600, commissionò all’artista Emidio Paci la statua del Cristo Morto e all’artista Sante Morelli, la sontuosa bara. Le due opere sono custodite nella chiesa. Da più di 150 anni il corteo processionale, con la bara portata a spalla da quattro fedeli, fa rivivere antiche e suggestive emozioni.

Oratorio di San Giacomo della Marca, Casa Natale del Santo

L’Oratorio di San Giacomo sorge dal 1581 nei pressi dove, secondo la tradizione, la famiglia Gangale possedeva una casa in cui nacque Domenico, il futuro Santo. L’interno è  affrescato con scene della sua vita, restaurate nel 1976 in occasione del V° centenario della sua morte; nel 1993, VI° centenario della sua nascita, è stata realizzata dagli artigiani di Ortisei una statua in legno del Santo, posizionata al centro dell’Oratorio. All’esterno, sulla parete della Chiesa Collegiata che affaccia su piazza Castello troviamo due stelle in sua memoria, una in legno realizzata dai suoi antenati per celebrarne la nascita e l’altra in mosaico, donata dalla comunità dei fedeli in occasione del II° centenario dalla sua canonizzazione. Da sempre l’Oratorio è considerato luogo sacro e venerabile.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie e Santuario di San Giacomo della Marca

Su richiesta dello stesso Santo, il 22 agosto 1449 Papa Nicol  V autorizzò la comunità dei Frati francescani di Monteprandone a costruire il convento e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. All’interno, la cappella della chiesa ospita una preziosa e venerata immagine della Madonna in terracotta del XV sec., donata a San Giacomo dal cardinale Francesco della Rovere. La nuova cappella di San Giacomo custodisce il corpo incorrotto del Santo. Da non perdere la visita al chiostro del XVI sec., decorato con affreschi raffiguranti la vita del Santo. In una delle sale è stato allestito il Museo Sistino a lui dedicato. Per antica tradizione, San Giacomo della Marca è il protettore dei bambini. Il Santuario è. da sempre meta di pellegrinaggi dall’Italia e dall’Europa.

Chiesa di S. Anna

Un tempo conosciuta come Santa Maria Pontellara, risale al XV secolo, è appartenuta all’Abbazia di Farfa e successivamente è stata ceduta al Capitolo della Chiesa di San Nicol  di Bari. Nel 1654 si stabilì di celebrarvi la messa una volta al mese di domenica, come anche nel giorno della Visitazione della Beata Vergine (2 luglio) e di S. Anna (26 luglio). La devozione verso la Santa crebbe tanto che nel 1700 la chiesa ne prese la denominazione. Pregevole è la lunetta sopra il portone d’ingresso, raffigurante S. Anna con il Bambino Gesù in braccio, opera dello scultore G. Sassetti (1904). Oggi la chiesetta è di propriet  della famiglia Saladini.

Festa di Sant'Anna

Il 26 luglio, si svolge la rituale processione che, patendo dal Centro storico porta la statua della Santa fino all'omonima chiesa. E' tradizione che le donne in dolce attesa effettuino un pellegrinaggio verso la chiesa, dato che la Santa è protettrice delle partorienti. Oltre a questo, l’Associazione Culturale Sant’Anna organizza la Sagra degli Spinosini, pasta all’uovo tipica della vicina Campofilone; E' un appuntamento da non perdere per chi vuole gustare questo piatto e godere di spettacoli di comici e musica dal vivo di artisti di fama nazionale.

Antica Pieve di S. Donato

A tre navate e un solo altare, situata nella contrada omonima, è da tempo sconsacrata. Fu costruita con residui di edifici romani: pietre, colonne e capitelli. Era pieve dipendente, almeno fino al secolo XV, dal vescovo di Fermo, a cui spettava la nomina del pievano ma dai primi decenni del 1400 il rettore è sempre stato ascolano, per cui si potrebbe pensare ad un giuspatronato del vescovo di Ascoli. A differenza di altre, la pieve di S. Donato nel sec. XIV e XV conobbe una grave decadenza. Nel 1610 il rettore della chiesa era don Omero Turco, nel 1678 mons. Bruto e nel 1706 mons. Ignazio della famiglia degli Odoardi di Ascoli. Nella visita pastorale del 1792 la chiesa è dichiarata "ben disposta e provvista", ma all’inizio del sec. XIX non è più menzionata nelle sacre visite ed i suoi beni erano goduti dal Capitolo della cattedrale di Ripatransone. Nella chiesetta furono conservate per lungo tempo lapidi romane.

Il Mulino e la Chiesa Nicolai

Il Mulino Nicolai   stato costruito nel XVI secolo in una zona di Centobuchi vicina al fiume Tronto, su terreni appartenuti ai monaci dell’Abbazia di Farfa in Sabina. Concesso in affitto nel XVIII secolo al capostipite della famiglia Nicolai, Luca, egli se ne prese cura insieme a suo figlio Luigi, bonificando e rendendo coltivabili le terre paludose circostanti. Dopo anni di gestione ed alcune controversie familiari, Nicola Nicolai, uno dei figli di Luigi, diventò  l’unico proprietario del mulino, trasformandolo in uno dei pi  importanti della regione e un punto di riferimento per la comunità che si andò sviluppando nella zona. A seguito della consacrazione sacerdotale ricevuta nel 1857 dal terzogenito di Nicola, Giacinto Nicolai, la famiglia decise di costruire una piccola chiesa vicino alla loro residenza, dove il loro figlio potesse raccogliersi in preghiera e celebrare la santa messa nei periodi in cui faceva ritorno in famiglia. Giacinto, teologo, parroco ed infine vescovo, si distinse in vita per l’alta concezione del sacerdozio e della sua missione, per l’esempio di pastore sensibile ed umano, prodigo con i bisognosi e aperto ai problemi sociali del tempo; per questo è annoverato tra le figure pi  illustri della comunità monteprandonese.

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